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da 23/2/2015

  Per tutte le informazioni riguardanti il film: www.dancingwithmaria.it

Il film è stato candidato per il premio European Film Awards
DANCING WITH MARIA – Film – European Film Awards

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Il film-documentario di Ivan Gergolet
presentato al Festival del Cinema di Venezia 29.ma edizione
vince il premio Civitas Vitae 2014 de La Settimana Internazionale della Critica

 

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Giusy Genovese di Cinemafree ha intervistato il regista al termine della premiazione

Il tuo documentario ha incantato pubblico e addetti ai lavori in questa Venezia. Qual è l’incanto che hai trovato in Maria Fux e che hai deciso di proiettare sul grande schermo?
Il fatto che pur avendo 93 anni riesca ancora a trovare il modo e la forza di muovere quel corpo con un’intensità unica, capace di farti commuovere solo nel vederla muovere un dito. Nonostante viva con le limitazioni della sua età, riesce comunque a trovare qualcosa che la smuove, un qualcosa che viene da dentro. Credo che il suo segreto come artista sia il fatto di avere un mondo interno interiore molto ricco e intenso. Dopo averla conosciuta ed esserle stato vicino in questi anni, posso affermare che questo mondo è come un oceano sconfinato. Un oceano che  riesce a far confluire nel movimento.

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Su quale aspetto di Maria Fux hai preferito focalizzarti nel corso della lavorazione?
Il suo sguardo sugli altri, quella voglia di buttarsi con il corpo verso la relazione con il diverso.  Lei invece di girarsi dall’altra parte, come spesso succede a noi quando ci troviamo di fronte alla diversità, si butta con tutto il corpo. Quell’accenno di danza con il giornale è proprio il simbolo della diversità.

 

Sappiamo che c’è stato un lungo processo di lavorazione e di documentazione  …
Sì,  c’è stato un lungo processo di lavorazione a tappe;  in ogni viaggio scrivevo e cercavo di approfondire la figura di Maria e il rapporto con lei, ma anche il rapporto fra lei, me e la macchina da presa. Ho iniziato nel raccontare i personaggi secondari. Prima i ragazzi down, poi Diana  e dopo mia moglie Martina. Maria Garrido è stata sicuramente la parte  più difficile,  fortuna ha voluto che mi piovesse dal cielo questo super 8 quando già stavo mettendo via e pensando di cancellare la sua storia. Nel giro di tre anni ho dato vita a una sceneggiatura scritta e riscritta più volte. Non è stata nemmeno facile l’ultima scena, a cui abbiamo lavorato in due, io e David.

Qualcosa che hai dovuto togliere in fase di montaggio?
Avrei dovuto tagliare tutta la parte di Maria se non avessi trovato questo super 8. Un momento particolare e che mi ha reso molto felice è stato quando la montatrice mi ha rivelato che è la prima volta che monta un film non per sottrazione, ma per addizione. Dancing with Maria è stato un lavoro molto ricco dove ogni giorno veniva aggiunta qualcosa!

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Le maggiori difficoltà?
Seguire Maria senza dubbio. Lei si dà al mille per mille durante la lezione, ma i suoi spazi intimi li protegge tantissimo. Ho dovuto  non seguirla ma inseguirla! Anche se è avanti con l’età, rimane pur sempre una danzatrice  e se vuole sa essere molto sfuggente!

 

 

 

Il tuo documentario ci fa conoscere un altro tipo di danza, quella danza misconosciuta ai più…
Non ho un’opinione precisa riguardo il mondo della danza in generale, non conosco se non a grandi linee la sua storia; ma se questo film potrà aprire delle porte, gettare luce su angoli sconosciuti della danza e del mondo del movimento in generale sarò felice perché era quello che volevo. Maria Fux meritava e merita di essere conosciuta come artista del mondo della danza e della cultura mondiale, non solo dalle persone che  hanno una disabilità. La sua ricerca è una ricerca prima artistica e poi pedagogica che sicuramente altri porteranno avanti. Lei comunque non si sente arrivata, non vuole ancora smettere di cercare cosa può portare il movimento.
Credo che la danza si divida in due aspetti: c’è quello forse più conosciuto, quel tipo di danza che cerca di arrivare alla massima estensione con il massimo sforzo e poi c’è la danza che parte dal limite chiedendosi cosa può fare, fin dove può arrivare. Credo che riguardo a quest’ultimo aspetto ci sia ancora un intero mondo da esplorare.

 

 

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Ti aspettavi tutto questo riscontro da parte del pubblico?
Che Dancing with Maria venisse recepito in maniera così commossa dal pubblico non potevo saperlo, ma avevo la consapevolezza che questo era davvero il film che volevo e mi auguravo arrivasse allo stomaco delle persone. Sono contento che questo incontro fra Maria Fux e le persone si sia concretizzato grazie al mio lavoro. 

Gli applausi al festival di Venezia:

 https://www.facebook.com/1501491576751619/videos/1573655549535221/?type=1&theaternezia: 

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